Ben quattro sono le volte in cui sono stato a Malta, tuttavia, per tutte e quattro le volte ci rimasi soltanto per il weekend. E’ proprio per questo motivo che non riuscii a visitare granché, anche perché comunque, in quei tempi non viaggiavo in solitaria bensì con amici, il quale obiettivo non era quello di conoscere le bellezze dei luoghi ma le bellezze delle donne che vi erano da quelle parti (e devo dire che ce ne sono davvero tante). 😉
L’ultima volta che andai a Malta risale al 2010, capirete dunque che a distanza di 10 anni non mi verrà facile ricordarmi bene di ciò che ho visto, ma ce la metterò tutta, anche perché come scritto sopra, non ho visitato molto. Inoltre, a quei tempi non vi era l’abitudine di riprendere tutto col cellulare, cosa che pur volendo, non sarebbe stata efficiente considerando che la risoluzione delle foto\video camere di allora non era assolutamente ai livelli di quelle attuali. Perdonatemi, quindi, per le poche foto e con scarsa risoluzione che vedrete, ma sono sicuro che riuscirete a trovare pure in questo articolo la vostra voglia di viaggiare, oltre che come sempre, delle informazioni utili.
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Nell’arco delle 4 volte in cui fui a Malta la raggiunsi per 2 volte dall’aeroporto di Palermo e le altre 2 volte dall’aeroporto di Trapani, per il semplice motivo che coglievo l’offerta migliore. La distanza per arrivare a Malta si differenziava di appena qualche minuto, normalmente in non più di 40 minuti di viaggio. La partenza era sempre prevista per il venerdì nel tardo pomeriggio, in tempo per passare la prima serata del weekend Maltese.
Così, io ed i miei amici, raggiungemmo l’intrigante isola di Malta. Atterrammo intorno alle 19.00 all’aeroporto internazionale di Malta, denominato “Luqa“, che di fatto è l’unico di tutto l’arcipelago. Lì prendemmo un taxi ed io feci la mia prima brutta figura: essendo Malta una colonia inglese anche lì come in Gran Bretagna il conducente guida dal lato destro dell’abitacolo, per cui, mi diressi dal lato sbagliato. Questione di abitudine, capita a tutti, anche ai miei amici i quali le successive volte si beccarono persino uno scherzetto.
La lingua ufficiale di Malta è il maltese, simile all’arabo. La seconda lingua ufficiale è l’inglese (essendo stata colonia inglese) ma molti maltesi parlano anche l’italiano poiché essi lo studiano nelle scuole. Cosa che ci rese la vita più facile.
Arrivammo, così, a Saint Julian’s, una città situata al nordest dell’isola molto turistica e frequentata soprattutto da giovani. Ci sistemammo velocemente nel nostro alloggio, un ostello nel bel mezzo di Paceville, un distretto situato ad ovest del Paese e centro nevralgico della vita notturna maltese.
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Cenammo in un fast food della zona e dopo di corsa ad immergerci nella folla dei locali notturni. Erano disposti uno accanto all’altro su due file parallele separate da una strada lunga circa 200 metri, che terminava sul lungomare di Saint George’s Bay, la spiaggia di Saint Julian’s. C’erano tanti locali: bar, pub, discoteche, night club, ecc., tutti molto affollati di giovani e meno giovani che avevano tanta voglia di divertirsi spensieratamente. La discoteca più importante era l’Havana, laddove passammo più tempo.
In quasi tutti i locali vi era l’ingresso gratuito e senza l’obbligo di entrare in coppia o persino di essere messo in lista, cosa alquanto assurda che purtroppo accade dalle mie parti. I prezzi delle bibite sia analcoliche che alcoliche erano abbastanza bassi, quindi, ci si poteva ubriacare con pochi soldi.
Le discoteche chiusero intorno alle 4 del mattino ma restarono aperti i night club ed una discoteca che metteva musica tecno a volume talmente alto che lì dentro sembrava che il cuore stesse scoppiando, infatti, uscimmo subito, anche perché era frequentato da gente che sicuramente aveva fatto uso di droghe. Strada facendo verso l’alloggio, notammo che nel frattempo i tassisti si erano trasformati in papponi: i furbetti coprivano la targa dell’auto coi pacchetti vuoti delle sigarette e tenevano dentro l’auto una prostituta che offriva qualche ora di fuoco in un appartamento al costo di 200 euro. Venne proposta l’offerta anche a noi che rifiutammo prontamente. Da quelle parti pagare per portarsi a letto una donna era un vero e proprio sacrilegio. Ciò che ho scritto in queste ultime righe si riferisce alla prima estate in cui andai a Malta, invece, l’anno dopo notai che c’era molta più sorveglianza da parte della polizia, motivo per cui quei tassisti non si trasformavano più in papponi, almeno in quella zona.
Andammo a letto quando il sole stava già per sorgere e ci addormentammo mentre i camion dell’immondizia avevano già ripreso il loro sporco lavoro.
Ci svegliammo praticamente ad ora di pranzo. Mangiammo qualcosa e dopo andammo al mare. Era estate piena e faceva molto caldo. Ci ritrovammo, così, Saint George’s Bay, come già detto, la spiaggia di Saint Julian’s. Era una delle piccole spiagge di sabbia rossa presenti nell’isola, superaffollata ma pulita nonostante i bivacchi notturni. Il mare era cristallino ma non proprio pulitissimo, forse proprio a causa dell’affollamento. C’era anche un bar sulla spiaggia e vari servizi commerciali vicino. Era presente un lido attrezzato a pagamento e bagni pubblici, anch’essi a pagamento.
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La sera, dopo cena, ci rituffammo nell’area dei locali notturni, laddove facemmo pure, tra un drink ed un altro, qualche piacevole conoscenza. Come la notte prima andammo a letto nelle mattinate, contenti e soddisfatti dell’ottima serata in buona compagnia.
Il mattino seguente riuscimmo ad alzarci un pò prima, nonostante la stanchezza della notte bianca, e prendemmo un’autobus che ci condusse direttamente nella capitale di Malta, ovvero, La Valletta. Situata sulla costa settentrionale, attualmente questa città rappresenta il centro amministrativo, commerciale e culturale di Malta, e vanta di numerose opere tra le quali la concattedrale di San Giovanni, che visitammo. Non poteva mancare anche una visita al Palazzo del Grande Maestro, la Chiesa della Nostra Signora del Carmelo con la sua imponente cupola, e facemmo un picnic al Lower Barrakka Gardens, un giardino moderno con vista sul Porto Grande.
Sul pomeriggio tardi raggiungemmo l’aeroporto, la nostra mini ma intensa vacanza terminò, dunque, tornammo a casa.
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