Il 16 gennaio 2018 (il giorno dopo il mio compleanno) partii alla volta dell’Australia con il mio secondo visto vacanza lavoro (second working holiday visa). Il viaggio di circa 24 ore comprendeva diverse tratte e scali, infatti, partendo dall’aeroporto di Palermo atterrai a Milano Linate, per poi trasferirmi in treno a Malpensa in cui 5 ore dopo presi il volo per Bangkok, durato quasi 11 ore. Rimasi 2 ore in quell’aeroporto asiatico e, infine, presi un’altro gigantesco areo che in poco meno di 7 ore atterrò a Perth, capitale del Western Australia che conta circa 2 milioni di abitanti, molti dei quali non del tutto australiani.
L’aeroporto non era grandissimo ma molto ben organizzato e pulito, già da lì si comincia a respirare un’aria nuova, diversa e piacevole, fin quando si raggiunge l’uscita…ecco, QUANDO SI RAGGIUNGE L’USCITA! Si perché per poter raggiungere l’uscita bisogna prima sottoporsi a vari controlli di sicurezza, in mezzo ad una lunga fila di persone provenienti da diversi Paesi e, solo dopo averli superati positivamente puoi oltrepassare l’uscita dell’aeroporto. Grazie a Dio andò tutto bene e in mezz’ora riuscii a raggiungere l’esterno, laddove iniziai a provare le mie prime emozioni, anche se devo dire che furono più forti la prima volta nel 2014. Per chi non lo sapesse nel 2014 fui anche a Perth ma poi visitai altre città del Western. Quell’anno restai in Australia per 10 mesi, perciò, anziché scrivere un articolo, preferii scrivere direttamente un libro denominato “Ho scelto l’Australia“, che potete acquistare per pochi euro cliccando sulla seguente copertina.
Essendo estate faceva abbastanza caldo, considerando anche che avevo appena lasciato l’Italia in cui era ancora inverno. Anche l’esterno dell’aeroporto era organizzato piuttosto bene, c’erano due aree fumatori ai lati e guai a chi fumava altrove. A quel punto chiesi ad un guardiano dove dovevo prendere il bus che mi portasse dritto all’ostello che avevo prenotato prima di partire e lui gentilmente me lo indicò. Egli fu talmente gentile che vedendo che mi ero distratto un attimo venne a chiamarmi dicendomi che il bus era quasi arrivato, gesto che apprezzai molto e che raramente avevo visto nella mia vita.
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In meno di un’ora il bus mi lasciò nei pressi dell’ostello. Mentre attraversavo la strada un omone di colore, vedendo che stavo cercando la mia destinazione, si avvicinò chiedendomi se avevo bisogno di aiuto, io gli dissi dove dovevo andare e lui mi accompagnò fin là. Prima di andarsene mi disse che era un poliziotto e mi lasciò il suo contatto dicendomi che qualora avessi avuto bisogno d’aiuto potevo contattarlo senza problemi. Buono a sapersi. Entrai, feci la registrazione, quindi, mi sistemai in camera. L’ostello era accogliente e molto economico; socializzai subito con qualche ragazzo e dopo aver fatto la doccia uscii nei d’intorni per andare a mangiare qualcosa, ma essendo molto stanco andai a letto presto.
L’indomani mattina andai in centro, ad un solo chilometro dal mio alloggio. Provai davvero una bella sensazione nel rivedere i posti che avevo già visto 4 anni prima, a cominciare proprio dalle due principali vie turistiche. Passeggiai un pò e poi andai prima a comprare una sim (optai per Telstra che seppur cara era quella con la migliore ricezione) e dopo a completare l’apertura del conto corrente che avevo già iniziato online. Per il TFN (Tax File Number, ovvero il codice fiscale australiano) non ci fu bisogno di far nulla in quanto mi valeva quello che avevo richiesto nel 2014). Mentre per la patente potevo usufruire inizialmente di quella italiana, anche se comunque non avevo intenzione di acquistare un automobile. Pranzai in un fast-food e nel pomeriggio andai a fare la spesa al supermarket, in modo tale da poter cucinare in ostello e risparmiare denaro, dato che nei supermarket i prezzi erano moderati. Conclusi la mia prima giornata chiacchierando un pò coi miei coinquilini così da rispolverare il mio inglese che, ahimè, non era ancora dei migliori.
L’indomani era già venerdì, per cui, mentre gli australiani si preparavano al weekend, Perth si popolava sempre di più di gente proveniente da tutto il mondo. Nonostante fosse una città piena di giovani, non offriva molti posti del divertimento, infatti, spesso gli australiani organizzano feste private nelle loro ville, pool party, ed essendo la maggior parte di loro sportivi, a volte si divertono facendo partite di ping pong, cricket, basket, ecc. Passai il fine settimana fra pub e discoteche del centro insieme ad un ragazzo ed una ragazza italiani che avevo conosciuto in ostello.
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Con l’inizio della nuova settimana cominciai seriamente la ricerca di un lavoro. Si, perché anche se in Australia vorresti passare tutto il tempo fra mare e divertimento, per poterci rimanere a lungo devi pur lavorare altrimenti non puoi farcela. Io lo sapevo bene dato che c’ero già stato e, comunque, ero lì proprio per quello. Ciò non mi escluse dal poter visitare dei bei luoghi nel tempo libero, come potete leggere a seguire.
Il primo posto che andai a visitare fu Heirisson Island, un parco pubblico ad est della città dove vivono liberi alcuni canguri. Avevo tanta voglia di riabbracciare questi pelosi che, tutt’oggi, rappresentano l’animale simbolo dell’Australia. Il parco era grande, come la maggior parte dei parchi, c’erano molti alberi ed una recinzione per evitare che i canguri uscissero; l’unica cosa a cui questi marsupiali dovevano far attenzione era il fiume Swan che costeggiava il parco senza, invece, alcuna recinzione.
Nel frattempo ricevetti la prima proposta di lavoro: si trattava di stare in un ospedale per 2 settimane per mettere il mio corpo a disposizione della “scienza”, che l’avrebbe sfruttato come cavia ai fini di testare un nuovo medicinale contro la malaria. Mi avrebbero pagato la bellezza di 1500 dollari australiani (circa mille euro) ma decisi comunque di non accettare per paura che ciò potesse arrecare dei danni al mio corpo, dunque, alla mia salute.
Successivamente andai a visitare un posto che era differente quando andai nel 2014, sto parlando di Elizabeth Quay: una grande piazza in cui c’era un porticciolo fluviale e dove era stato costruito da poco un porte con due archi davvero spettacolare, soprattutto di notte quando si decora di luci colorate. Prima di arrivare là si passa da un’altra piazza dove c’è la celebre Bell Tower, una caratteristica torre moderna con campane alta 82 metri e un ponte di osservazione con vista sulla città, in cui è possibile salirvici al prezzo di 35 dollari.
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Verso sera dal porticciolo di Elizabeth Quay, presi il battello che nel giro di pochi minuti attraversò tutta la città e mi lasciò nella parte sud di Perth. Ero già stato lì di giorno ad ammirare degli splenditi uccelli come i cigni, ma di sera fu tutt’altra esperienza, in quanto era possibile osservare il lato opposto della città, quello dove ci sono tutti gli edifici che la sera si decorano di luci colorate che rispecchiano sul fiume, creando un effetto mozzafiato degno delle migliori metropoli al mondo.
Dopo una settimana dovetti cambiare ostello in quanto in quello dov’ero non c’erano più posti liberi, decisi allora di trasferirmi in un ostello a Northbridge, a nord della città che rappresenta, però, il vero centro di Perth. Infatti, Northbridge è il cuore dei ristoranti, dei pub e delle discoteche della città. Il vivace quartiere è noto anche per il Perth Cultural Centre, che ospita numerose gallerie d’arte moderna, il Fringe World Festival, dove poter assistere a spettacoli di artisti vari (a cui ho assistito), ed un cinema all’aperto sul prato.
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Nei dintorni c’erano alcune opere d’arte contemporanea da visitare come Yagan square, un monumento composto da fontane, ristoranti e giochi per bambini, dalla cui terrazza si può ammirare parte della città. Un’altro bel monumento che osservai dall’esterno fu Perth Arena, un bizzarro palazzo polisportivo situato nel centro della città dove venivano svolte le partite di basket e tennis, ed ospitava anche i concerti di numerosi cantanti celebri.
Il nuovo ostello era accogliente, più grande dell’altro, ma più caro. C’è da dire che, comunque, mi trovavo in una zona importante della città, per cui, ci stava che il prezzo fosse più alto. Di pro c’era il fatto che almeno potevo passarmi qualche bella serata nei locali notturni senza dovermi preoccupare dell’orario per tornare. Cosa che in effetti feci.
Continuai a cercare un impiego pure nel nuovo quartiere, attraverso i siti di annunci ed anche portando i CV direttamente nei bar, ristoranti, locali vari, ecc. Fin quando, dopo appena due settimane, trovai un lavoro come lavapiatti in un ristorante italiano che, purtroppo, andò male e dopo pochi giorni lasciai.
Una domenica, finalmente, trovai il tempo per andare al mare, così, mi diressi a Scarborough beach, a 30 minuti di treno da Perth. Essa rappresenta la spiaggia più popolare di Perth, dove il mare, per meglio dire, l’oceano, è spesso agitato, infatti, c’erano molti surfisti. Quel giorno nel lungomare organizzarono una festa in cui molta gente ballava il liscio e c’erano delle bancarelle dove poter mangiare qualcosa. Prima di andar via, quando era già calata la sera ebbi il piacere di osservare un incantevole tramonto.
Per il momento trovai solo dei lavori occasionali come volantinaggio, contadino nelle fattorie (farm), ed aiutante nella costruzione di recinzioni per i cantieri. Comunque, avevo già distribuito parecchi CV sia di persona che online, quindi, ero sicuro che presto avrei trovato un impiego più duraturo sapendo che, in ogni caso, col tipo di visto che avevo potevo lavorare non più di sei mesi per ogni datore di lavoro, tranne che questi non decidesse di sponsorizzarmi, cosa molto difficile per uno come me che non è specializzato in nessun mestiere specifico. Nel frattempo, però, acquistai una bici di seconda mano e cominciai a lavorare con le consegne di cibo per Uber Eats, attività non molto profittevole ma divertente.
Nell’attesa di trovare un impiego continuai il mio tour di Perth, visitando soprattutto i luoghi che nel 2014 non avevo visitato, come il Kings Park, che solitamente è uno dei primi posti in cui i turisti vanno, tranne me che faccio sempre tutto controcorrente! Kings Park (parco dei re) è un parco di 4,06 chilometri quadrati situato nel lato occidentale di Perth. Esso è un misto di giardini botanici, di aree erbose e di boscaglia sul Monte Eliza con i due terzi dei terreni conservati come boscaglia nativa. Dal parco ci sono viste panoramiche del fiume Swan e di gran parte della città davvero eccezionali. E’ anche sede di oltre 324 varietà di piante autoctone, 215 specie di funghi indigeni e 80 specie d’uccelli. Ma l’animale caratteristico di quel posto era il Bandicoot, un ratto indiano (proprio lui, il famoso Crash dei videogiochi) tanto veloce che riuscii a vederlo solo di sfuggita.
Panorama da Kings Park Panorama da Kings Park Gli alberi di Kings Park
Era già il mese di marzo, quando a seguito di un’offerta di lavoro dall’Italia, decisi di lasciare l’Australia. Avevo ancora, però, una settimana di tempo per visitare qualche altro luogo incantevole, dato che acquistai il volo per la settimana successiva. Infatti, non potevo andarmene senza aver visto altri due posti che mi ero già prefissato di vedere, ovvero: Caversham Wildlife Park e Rottnest Island.
Caversham Wildlife Park
Il Caversham Wildlife Park è un grandissimo parco naturale situato a 21 chilometri a nord di Perth, in cui vivono differenti specie di animali, sia tipici dell’Australia che non. Il parco è ben gestito da una famiglia con l’aiuto di volontari che lo mantengono ottimamente. Entrato dentro dopo aver pagato la quota d’ingresso di 30 dollari, rimasi sbalordito nel vedere quell’immensa area verde piena di animali di ogni specie che vivevano liberi e felici in mezzo alla gente. Iniziai dalla zona uccelli per poi passare agli anfibi, ai rettili, ai quokka, al diavolo della Tasmania, ai canguri (a cui diedi pure da mangiare del cibo fornito dal parco stesso), ed altri animali più grandi come l’emu, il dingo, il lama, il coccodrillo, i cavalli, ecc. In orari diversi ebbi anche la possibilità di entrare in alcune sale specifiche in cui potetti fare un incontro ravvicinato con alcuni animali come i wombat, i quoll, le lucertole ed i serpenti (quest’ultimi ebbi perfino il piacere di tenerli in mano). Subito dopo accedetti in un’altra sala completamente dedicata ai tenerissimi koala, con cui feci una foto. Nella terza sala, invece, assistetti ad uno show in cui mostravano come vengono tosate le pecore, come si usa il frustino per cavalli e, per finire, insegnarono a tutti i presenti a mungere una mucca, facendo anche fare una prova. Infine, vidi dei piccoli e simpatici pinguini che nuotavano in una piscina e mangiavano dei pesci che i volontari gli lanciavano.
Impiegai ben 6 ore per visitare tutto quel parco (pausa pranzo nell’area dedicata inclusa), ma ne valse veramente la pena. Tornai in ostello all’ora di cena e preparai l’altra entusiasmante “escursione”.
Rottnest Island
La mia ultima tappa prima di partire per fare ritorno in Italia fu Rottnest Island, un isolotto a 19 km al largo della costa dell’Australia Occidentale, tanto piccolo da essere abitato da poco più di 300 persone. Partii da Fremantle, una cittadina molto turistica situata qualche chilometro a sud di Perth, in cui presi il traghetto che avevo prenotato online. In circa mezz’ora sbarcai sull’isola, dove potevo decidere se noleggiare una bici oppure acquistare il biglietto del bus turistico o quello passeggero, la quale differenza stava nel fatto che il primo permetteva di fare il giro turistico senza effettuare le fermate mentre il secondo le faceva. Presi il secondo e scesi qualche chilometro più avanti laddove trovai una discesa sabbiosa che mi permise di raggiungere la spiaggia di sabbia fina e pulitissima. Il mare era cristallino ed io mi trovavo lì da solo senza nessuno attorno ad ascoltare indisturbato, nella totale pace degli angeli, il suono del mare ed il soave cinguettio degli uccelli. Si stava proprio bene laggiù, tanto che per un attimo mi sentii il proprietario di quell’isola.
Dopo qualche ora feci un picnic e poi continuai a visitare l’isola via mare, fin quando giunsi nel punto più estremo di essa, in quell’angolino dove le onde dell’oceano provenivano sia da destra che da sinistra, ed incontrandosi creavano un effetto davvero fantastico; c’era anche uno scoglio piuttosto grande sulla riva che faceva da “culla” a varie specie di uccelli adorabili. Pane per gli occhi, come si suol dire. Vidi pure delle persone che facevano snorkeling ed altre, invece, che facevano parapendio. Prima di andare via feci un giro turistico dell’isola a piedi così da vedere la pace regnante anche tra le ville (ovviamente non c’erano palazzi). Ed ebbi anche il piacere di vedere l’animale tipico di quel posto, ovvero, il socievole e “sorridente” quokka, un marsupiale a metà strada fra un piccolo canguro ed un grande topo. L’unica nota negativa di quella giornata fu un fastidiosissimo insetto volante, simile ad uno scarabeo, che si appoggiava sul mio corpo e pizzicava in continuazione. Presi di nuovo il bus per raggiungere il traghetto e tornai in ostello. All’indomani, con tanto di dispiacere, lasciai la bellissima Australia.
Il mio giudizio sull’Australia è più che positivo, così come lo è per gli australiani che si sono mostrati molto tranquilli, accoglienti e disponibili. Di certo è un Paese benestante, c’è molto lavoro ben retribuito (Perth risulta la città con gli stipendi più alti), la crisi e la disoccupazione sono quasi del tutto assenti, ed il tasso di criminalità è molto basso. Le cose che mi sono piaciute di più sono le belle giornate di sole, la multietnicità e il modo di vivere spensierato della gente. Le cose che, invece, non ho amato molto sono il forte vento, le troppe mosche e la cucina.
Tutt’altro che buono, infatti, è il mio giudizio sulla cucina australiana…spesso le pietanze non erano gustose come lo sono in Italia, e se volevo mangiare qualcosa di italiano costava molto caro, soprattutto la pizza. Inoltre, a me non piace mangiare cibo asiatico e li c’erano molti ristoranti asiatici; facendo la spesa al supermercato, comunque, si riesce a risparmiare anche sui prodotti italiani. Questi, ovviamente, sono solo i miei personali giudizi.
Quello per l’Australia è stato, finora, il mio viaggio più importante, considerando anche quello del 2014 che puoi conoscere leggendo il mio libro “Ho scelto l’Australia“. Se vuoi vedere altre foto e video che ho fatto in Australia, metti il “Mi piace” alla pagina Facebook “Ho scelto l’Australia” e seguimi su Instagram.
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